Nuove frontiere della Psicologia Ambientale: il co-housing
Senior co-housing sociale o coabitazione per anziani autosufficienti
La scelta del progetto di senior co-housing nasce dall’esigenza di creare nuovi modelli abitativi e assistenziali per gli anziani di oggi, in relazione alla situazione economica attuale e alle risorse pubbliche disponibili.
Negli ultimi decenni la psicologia ambientale ha fatto ingenti progressi nello studio del rapporto uomo-ambiente e in particolare anziano-ambiente.
A questo proposito vorremmo accennare al modello teorico “complementarità congruenza” (Carp,1987).
Questo modello è basato sul fatto che l’adattamento dipenda dalla soddisfazione dei bisogni dell’individuo da parte dell’ambiente. La congruenza è il grado di complementarità - similarità tra la competenza dell’individuo e le facilitazioni, o gli ostacoli, che l’ambiente interpone alla soddisfazione dei suoi bisogni. Alcuni bisogni sono relativi alla sopravvivenza e sono detti bisogni primari, altri sono detti bisogni secondari e possono essere definiti bisogni psicologici.
Per Carp la congruenza è data nel caso dei bisogni primario, dal grado di complementarità tra la competenza dell’individuo e le risorse o gli ostacoli dell’ambiente, in altre parole se gli ostacoli sono bassi e la competenza è alta c’è il massimo grado di congruenza.
Il nostro progetto di senior co-housing Borgo d’Argento© sposa la teoria di Carp, lavorando in questa direzione per creare un ambiente abitativo adatto ad una persona anziana, senza scale e con spazi interni estrememente facili da gestire, lo stesso dicasi per gli spazi esterni che saranno tutti resi il più possibile piani, ben riconoscibili e ben interconnessi, sia la varie unità abitative tra loro che i collegamenti tra unità abitative e spazi comuni.
L’obiettivo della scelta oltre ad un fine puramente pratico è mirato ad aiutare l’anziano a migliorare la sua autostima perchè si percepisce in un ambiente che conosce ed in cui riesce a muoversi con autonomia e facilità.
Nel caso dei bisogni secondari, tornando al modello di Carp, la congruenza è data invece dalla “similarità” tra la forza dei bisogni e la qualità delle risorse presenti nell’ambiente per soddisfarli. Ma la parte più interessante del modello, che lo differenzia da un modello fisico di corrispondenza di cause ed effetti, è la parte centrale in cui sono presenti i “modificatori” cioè quelle caratteristiche, comportamenti, eventi, che in un certo senso filtrano e modificano l’influenza dei predittori.
Gli obiettivi del nostro progetto di co-housing si propone di rafforzare sono giustappunto questi “modificatori” che verranno elencati e spiegati qui di seguito:
Disponibilità o mancanza di risorse: nel progetto “Rete d’Argento©” il focus è nel rendere l’anziano attivo in una rete di solidarietà e di sostegno reciproco che permetta loro di reperire tutte le risorse di cui hanno bisogno sia da un punto di vista strettamente materiale che socio-psicologico.
Senso di competenza personale: Nel nostro progetto è previsto un coordinatore/mediatore che aiuterà gli anziani a valutare le proprie competenze oltrechè le proprie potenzialità e li aiuterà ad esprimerle adeguatamente nell’ambito della vita sociale e negli spazi di condivisione. Tale lavoro prevederà colloqui iniziali, inclusivi di test e valutazione, e in seguito feed-back continuativo attraverso riunioni e incontri di coordinamento, nei quali i co-abitanti si esprimeranno liberamente e potranno apportare cambiamenti, modifiche e innovazioni ai piani settimanali.
Atteggiamento verso la salute: La politica del progetto per quel che riguarda la salute è che l’obiettivo è il benessere e deve essere conseguito con tutti i mezzi possibili. Cure necessarie in primis, ma anche ginnastica, fisioterapia, tecniche di rilassamento, meditazione, espressione creativa, allenamento mentale e rispetto per le differenze individuali.
Stile di coping[1]: Per quel che riguarda lo stile di coping (che tradotto dall’inglese significa il modo di affrontare le situazioni), l’obiettivo è “L’unione fa la forza”, quindi aiutare l’individuo ad essere autonomo, ma dove ci dovessero essere dei limiti insormontabili, l’aiuto viene dal condividere risorse e obiettivi, in un’ottica di solidarietà ed aiuto reciproco.
Eventi della vita: Aiutare i protagonisti del progetto ad elaborare e rivalutare la propria storia di vita permettendogli di comprendere come anche gli eventi più dolorosi che hanno segnato la loro storia siano stati parte di un tutto che li ha portati alla consapevolezza e crescita interiore con la quale sono oggi capaci di interpretare la realtà. Aiutare l’anziano a mettere in risalto gli aspetti costruttivi delle proprie esperienze di vita creando un libro romanzo costituito dai racconti di vita che gli anziani hanno piacere di raccontare e di mettere per iscritto e tenerlo come archivio della memoria nella sala lettura.
Gli spazi esterni saranno studiati in modo da essere particolarmente facili da gestire per l’anziano, considerando gli studi di Lipman (1991) che ha dimostrato che gli anziani sono risultati meno abili nel ricordare in ordine i landmarks[1] e hanno mostrato una tendenza a basare la loro descrizione sui landmarks più vistosi. Nel nostro caso la struttura delle abitazioni e dei percorsi fino alle aree comuni sarà progettata di conseguenza.
[1] Coping: modo di affrontare le situazioni (to cope with)
[1] Landmark: punto di riferimento, pietra miliare
Negli ultimi decenni la psicologia ambientale ha fatto ingenti progressi nello studio del rapporto uomo-ambiente e in particolare anziano-ambiente.
A questo proposito vorremmo accennare al modello teorico “complementarità congruenza” (Carp,1987).
Questo modello è basato sul fatto che l’adattamento dipenda dalla soddisfazione dei bisogni dell’individuo da parte dell’ambiente. La congruenza è il grado di complementarità - similarità tra la competenza dell’individuo e le facilitazioni, o gli ostacoli, che l’ambiente interpone alla soddisfazione dei suoi bisogni. Alcuni bisogni sono relativi alla sopravvivenza e sono detti bisogni primari, altri sono detti bisogni secondari e possono essere definiti bisogni psicologici.
Per Carp la congruenza è data nel caso dei bisogni primario, dal grado di complementarità tra la competenza dell’individuo e le risorse o gli ostacoli dell’ambiente, in altre parole se gli ostacoli sono bassi e la competenza è alta c’è il massimo grado di congruenza.
Il nostro progetto di senior co-housing Borgo d’Argento© sposa la teoria di Carp, lavorando in questa direzione per creare un ambiente abitativo adatto ad una persona anziana, senza scale e con spazi interni estrememente facili da gestire, lo stesso dicasi per gli spazi esterni che saranno tutti resi il più possibile piani, ben riconoscibili e ben interconnessi, sia la varie unità abitative tra loro che i collegamenti tra unità abitative e spazi comuni.
L’obiettivo della scelta oltre ad un fine puramente pratico è mirato ad aiutare l’anziano a migliorare la sua autostima perchè si percepisce in un ambiente che conosce ed in cui riesce a muoversi con autonomia e facilità.
Nel caso dei bisogni secondari, tornando al modello di Carp, la congruenza è data invece dalla “similarità” tra la forza dei bisogni e la qualità delle risorse presenti nell’ambiente per soddisfarli. Ma la parte più interessante del modello, che lo differenzia da un modello fisico di corrispondenza di cause ed effetti, è la parte centrale in cui sono presenti i “modificatori” cioè quelle caratteristiche, comportamenti, eventi, che in un certo senso filtrano e modificano l’influenza dei predittori.
Gli obiettivi del nostro progetto di co-housing si propone di rafforzare sono giustappunto questi “modificatori” che verranno elencati e spiegati qui di seguito:
Disponibilità o mancanza di risorse: nel progetto “Rete d’Argento©” il focus è nel rendere l’anziano attivo in una rete di solidarietà e di sostegno reciproco che permetta loro di reperire tutte le risorse di cui hanno bisogno sia da un punto di vista strettamente materiale che socio-psicologico.
Senso di competenza personale: Nel nostro progetto è previsto un coordinatore/mediatore che aiuterà gli anziani a valutare le proprie competenze oltrechè le proprie potenzialità e li aiuterà ad esprimerle adeguatamente nell’ambito della vita sociale e negli spazi di condivisione. Tale lavoro prevederà colloqui iniziali, inclusivi di test e valutazione, e in seguito feed-back continuativo attraverso riunioni e incontri di coordinamento, nei quali i co-abitanti si esprimeranno liberamente e potranno apportare cambiamenti, modifiche e innovazioni ai piani settimanali.
Atteggiamento verso la salute: La politica del progetto per quel che riguarda la salute è che l’obiettivo è il benessere e deve essere conseguito con tutti i mezzi possibili. Cure necessarie in primis, ma anche ginnastica, fisioterapia, tecniche di rilassamento, meditazione, espressione creativa, allenamento mentale e rispetto per le differenze individuali.
Stile di coping[1]: Per quel che riguarda lo stile di coping (che tradotto dall’inglese significa il modo di affrontare le situazioni), l’obiettivo è “L’unione fa la forza”, quindi aiutare l’individuo ad essere autonomo, ma dove ci dovessero essere dei limiti insormontabili, l’aiuto viene dal condividere risorse e obiettivi, in un’ottica di solidarietà ed aiuto reciproco.
Eventi della vita: Aiutare i protagonisti del progetto ad elaborare e rivalutare la propria storia di vita permettendogli di comprendere come anche gli eventi più dolorosi che hanno segnato la loro storia siano stati parte di un tutto che li ha portati alla consapevolezza e crescita interiore con la quale sono oggi capaci di interpretare la realtà. Aiutare l’anziano a mettere in risalto gli aspetti costruttivi delle proprie esperienze di vita creando un libro romanzo costituito dai racconti di vita che gli anziani hanno piacere di raccontare e di mettere per iscritto e tenerlo come archivio della memoria nella sala lettura.
Gli spazi esterni saranno studiati in modo da essere particolarmente facili da gestire per l’anziano, considerando gli studi di Lipman (1991) che ha dimostrato che gli anziani sono risultati meno abili nel ricordare in ordine i landmarks[1] e hanno mostrato una tendenza a basare la loro descrizione sui landmarks più vistosi. Nel nostro caso la struttura delle abitazioni e dei percorsi fino alle aree comuni sarà progettata di conseguenza.
[1] Coping: modo di affrontare le situazioni (to cope with)
[1] Landmark: punto di riferimento, pietra miliare
Costi e benefici di un approccio ecologico alla vita di comunità.
Nel seguente paragrafo tratteremo gli effetti socio-economici di un vivere comunitario basato su un approccio ecologico. Osserveremo valori e stili di vita ecologici utilizzando gli studi di psicologia ambientale, che è quella branca della psicologia che studia “i processi psicologici, il comportamento umano ed il benessere delle persone in relazione alle caratteristiche fisiche o socio-fisiche degli ambienti di vita quotidiana” ( Bonnes, Secchiaroli 1992).
In particolare per ciò che riguarda l’ambito della progettazione architettonico ingegneristica e del design, la collaborazione sistematica tra psicologi ed architetti che ha portato allo sviluppo della cosiddetta psicologia architettonica, che si è concentrata soprattutto sullo studio delle modalità attraverso cui particolari caratteristiche dell’ambiente spazio fisico possono orientare e influenzare il comportamento e il benessere degli utenti di specifici spazi costruiti (Bonaiuto, Bilotta, Ferrara 2004).
Nel nostro progetto Borgo d’Argento© le mini unità abitative verranno quindi studiate seguendo i principi succitati e cosa ancora più importante nella gestione della piccola comunità verrà proposto e stimolato un approccio ecologico – dove l’anziano dovrà essere consapevole di far parte di una comunità, che implica rispetto per gli altri esseri umani ma anche per le costruzione e l’ambiente naturale che include terra, aria e acqua.
L’ambiente fisico nella prospettiva dell’ecologia è prima di tutto un sistema integrato composto dalle rispettive componenti fisico/chimiche e biologiche. In essenza, è un sistema di supporto alla vita nella biosfera (Life Support System). Tale concetto si trova infatti sempre più spesso utilizzato da parte di organismi internazionali come le Nazioni Unite, le quali tramite l’UNESCO hanno anche recentemente promosso la pubblicazione di una enciclopedia in merito (EOLSS, Encyclopaedia Of Life Support System).
La consapevolezza che l’azione umana ha spesso un impatto fondamentale sugli ecosistemi ha portato a quella che oggi si chiama la full ecology, o ecologia piena, che è interessata a studiare, attraverso il medesimo approccio scientifico agli ecosistemi, anche i processi e le azioni umane che ugualmente regolano l’equilibrio/squilibrio e la continuità/discontinuità nel tempo degli ecosistemi.
L’idea è che con il nostro progetto si sfruttino al meglio le risorse sia ambientali (spazi abitabili, strutture comunitarie, ecc) che sociali (solidarietà, sostegno reciproco), in un’ottica di effettiva “sostenibilità”.
Gli ospiti sentendosi attori di un programma ad orientamento ecologico e sostenibile saranno maggiormente motivati a mettere in atto comportamenti ambientalmente responsabili e ad impegnarsi in senso pro-ambientale.
L’anziano che si sentirà parte della comunità potrà più facilmente interiorizzare i valori ecologici a cui si ispira e quindi potrò più facilmente portare avanti comportamenti rispettosi dell’ambiente (teoria dell’Attivazione delle Norme, Schwartz 1977).
Il fatto di appartenere ad una comunità pilota in ambito ecologico può rafforzare l’identità di luogo, avendo tale luogo degli attributi che conferiscono ad esso un’identità distintiva (Schneider 1986).
Ricordiamo infatti che nel concetto di identità di luogo l’attenzione appare focalizzata sul costrutto psicologico di identità personale, sulle sue relazioni con l’identità sociale e sul rapporto tra identità di luogo e concetto di sè. L’identità di luogo è vista quindi come un aspetto dell’identità personale e sociale che può derivare da processi di identificazione, coesione sociale e soddisfazione residenziale (Valera, Pol 1994). La gestione del Social Cohousing si baserà appunto sul rafforzamento di tale concetto, l’identificazione, la coesione sociale e la soddisfazione residenziale.
La Coesione Sociale verrà stimolata e favorita da riunioni settimanali in cui gli ospiti si confronteranno rispetto alle loro esigenze sociali e abitative e l’andamento delle attività comuni che verranno portate avanti in modo concertato e coordinato.
Verranno utilizzati strumenti per la valutazione della soddisfazione residenziale, elaborati in collaborazione con la cattedra di Psicologia Ambientale facoltà di psicologia dell’università La Sapienza di Roma.
Inoltre saranno istituite attività integrate che includeranno progetti culturali e attività creative da svolgersi negli spazi comuni della comunità così da rispondere alle esigenze culturali, artistiche e espressive degli ospiti ( come già descritto nel paragrafo 3, descrizione del progetto).
L’identificazione con il luogo nascerà spontaneamente dal rafforzamento dei sovracitati elementi, cioè Coesione Sociale e Soddisfazione Residenziale, il che permetterà agli anziani di elaborare e trasformare l’eventuale ”lutto” rispetto all’abbandono della vecchia casa.
A questo proposito vorremmo citare alcuni studi recenti sugli effetti dei trasferimenti di anziani in case di riposo: un aiuto al benessere psichico dell’anziano è assicurato non solo dal fatto di mantenere una qualche forma di controllo sulle attività quotidiane e ma anche da buoni segnali di orientamento nell’edificio e soprattutto dall’adeguamento degli spazi destinati ai singoli anziani alle loro capacità individuali di autonomia motoria.
Un altro elemento fondamentale è l’arredamento, in uno studio condotto da Kuller (1991) in una casa di riposo svedese si è riscontrato che eliminare l’arredamento di tipo ospedaliero e sostituirlo con mobili da appartamento dello stile risalente agli anni della maturità degli ospiti (anni ‘30 e ‘40) portò a risultati straordinariamente positivi sul benessere psichico degli ospiti, oltrechè sui loro comportamenti sociali
Di fatto nel social co-housing vengono enfatizzati questi elementi di autonomia, spazi personali, e privacy, garantendo allo stesso tempo accessibilità a strutture sociali di sostegno, cura e intrattenimento costruttivo.
In particolare per ciò che riguarda l’ambito della progettazione architettonico ingegneristica e del design, la collaborazione sistematica tra psicologi ed architetti che ha portato allo sviluppo della cosiddetta psicologia architettonica, che si è concentrata soprattutto sullo studio delle modalità attraverso cui particolari caratteristiche dell’ambiente spazio fisico possono orientare e influenzare il comportamento e il benessere degli utenti di specifici spazi costruiti (Bonaiuto, Bilotta, Ferrara 2004).
Nel nostro progetto Borgo d’Argento© le mini unità abitative verranno quindi studiate seguendo i principi succitati e cosa ancora più importante nella gestione della piccola comunità verrà proposto e stimolato un approccio ecologico – dove l’anziano dovrà essere consapevole di far parte di una comunità, che implica rispetto per gli altri esseri umani ma anche per le costruzione e l’ambiente naturale che include terra, aria e acqua.
L’ambiente fisico nella prospettiva dell’ecologia è prima di tutto un sistema integrato composto dalle rispettive componenti fisico/chimiche e biologiche. In essenza, è un sistema di supporto alla vita nella biosfera (Life Support System). Tale concetto si trova infatti sempre più spesso utilizzato da parte di organismi internazionali come le Nazioni Unite, le quali tramite l’UNESCO hanno anche recentemente promosso la pubblicazione di una enciclopedia in merito (EOLSS, Encyclopaedia Of Life Support System).
La consapevolezza che l’azione umana ha spesso un impatto fondamentale sugli ecosistemi ha portato a quella che oggi si chiama la full ecology, o ecologia piena, che è interessata a studiare, attraverso il medesimo approccio scientifico agli ecosistemi, anche i processi e le azioni umane che ugualmente regolano l’equilibrio/squilibrio e la continuità/discontinuità nel tempo degli ecosistemi.
L’idea è che con il nostro progetto si sfruttino al meglio le risorse sia ambientali (spazi abitabili, strutture comunitarie, ecc) che sociali (solidarietà, sostegno reciproco), in un’ottica di effettiva “sostenibilità”.
Gli ospiti sentendosi attori di un programma ad orientamento ecologico e sostenibile saranno maggiormente motivati a mettere in atto comportamenti ambientalmente responsabili e ad impegnarsi in senso pro-ambientale.
L’anziano che si sentirà parte della comunità potrà più facilmente interiorizzare i valori ecologici a cui si ispira e quindi potrò più facilmente portare avanti comportamenti rispettosi dell’ambiente (teoria dell’Attivazione delle Norme, Schwartz 1977).
Il fatto di appartenere ad una comunità pilota in ambito ecologico può rafforzare l’identità di luogo, avendo tale luogo degli attributi che conferiscono ad esso un’identità distintiva (Schneider 1986).
Ricordiamo infatti che nel concetto di identità di luogo l’attenzione appare focalizzata sul costrutto psicologico di identità personale, sulle sue relazioni con l’identità sociale e sul rapporto tra identità di luogo e concetto di sè. L’identità di luogo è vista quindi come un aspetto dell’identità personale e sociale che può derivare da processi di identificazione, coesione sociale e soddisfazione residenziale (Valera, Pol 1994). La gestione del Social Cohousing si baserà appunto sul rafforzamento di tale concetto, l’identificazione, la coesione sociale e la soddisfazione residenziale.
La Coesione Sociale verrà stimolata e favorita da riunioni settimanali in cui gli ospiti si confronteranno rispetto alle loro esigenze sociali e abitative e l’andamento delle attività comuni che verranno portate avanti in modo concertato e coordinato.
Verranno utilizzati strumenti per la valutazione della soddisfazione residenziale, elaborati in collaborazione con la cattedra di Psicologia Ambientale facoltà di psicologia dell’università La Sapienza di Roma.
Inoltre saranno istituite attività integrate che includeranno progetti culturali e attività creative da svolgersi negli spazi comuni della comunità così da rispondere alle esigenze culturali, artistiche e espressive degli ospiti ( come già descritto nel paragrafo 3, descrizione del progetto).
L’identificazione con il luogo nascerà spontaneamente dal rafforzamento dei sovracitati elementi, cioè Coesione Sociale e Soddisfazione Residenziale, il che permetterà agli anziani di elaborare e trasformare l’eventuale ”lutto” rispetto all’abbandono della vecchia casa.
A questo proposito vorremmo citare alcuni studi recenti sugli effetti dei trasferimenti di anziani in case di riposo: un aiuto al benessere psichico dell’anziano è assicurato non solo dal fatto di mantenere una qualche forma di controllo sulle attività quotidiane e ma anche da buoni segnali di orientamento nell’edificio e soprattutto dall’adeguamento degli spazi destinati ai singoli anziani alle loro capacità individuali di autonomia motoria.
Un altro elemento fondamentale è l’arredamento, in uno studio condotto da Kuller (1991) in una casa di riposo svedese si è riscontrato che eliminare l’arredamento di tipo ospedaliero e sostituirlo con mobili da appartamento dello stile risalente agli anni della maturità degli ospiti (anni ‘30 e ‘40) portò a risultati straordinariamente positivi sul benessere psichico degli ospiti, oltrechè sui loro comportamenti sociali
Di fatto nel social co-housing vengono enfatizzati questi elementi di autonomia, spazi personali, e privacy, garantendo allo stesso tempo accessibilità a strutture sociali di sostegno, cura e intrattenimento costruttivo.